Alice in Borderland

04 maggio 2022
Una survival series di successo tra elementi fantastici e giochi d’astuzia: riusciranno i protagonisti a sopravvivere tra violenze e situazioni apparentemente senza senso?
Negli ultimi anni, grazie alla cassa di risonanza dei grandi gruppi di entertainment mondiali come Netflix, hanno preso piede molte serie tv definite survival series, dove i protagonisti si ritrovano coinvolti in situazioni al limite del paradossale e sono costretti a scelte estreme per riuscire a sopravvivere. Dopo le apocalissi zombie e aliene dello scorso decennio, di recente si è fatto strada un altro genere di “sopravvivenza”, quello legato a giochi in cui in palio c’è la vita del partecipante: il coreano Squid Game è forse attualmente tra i più conosciuti e deriva da un omonimo manga coreano.
Alice in Borderland è invece un titolo salito alla ribalta delle cronache grazie all’adattamento televisivo realizzato da Netflix, ma anch’esso è legato a un manga del 2010 e la riedizione proposta da JPOP a partire dal mese di marzo rappresenta l’occasione giusta per presentare l’opera.
Arisu, un ex studente disoccupato e appassionato dei videogiochi, si ritrova improvvisamente catapultato nella Tokyo alternativa di una "Terra di confine" identica in tutto e per tutto a quella reale, ma deserta e diroccata. In compagnia di due amici, il duro Karube e l'erotomane Chota, Arisu sarà costretto ad affrontare in quello scenario desolato un vero e proprio survival game, nella forma di una sequenza di giochi dalla difficoltà potenzialmente... mortale. Riusciranno i tre ragazzi a sopravvivere a questo nuovo, pericoloso mondo? Chi ha creato tutto questo? Ma, soprattutto, c'è un modo, per loro, di tornare alle loro vite originali?
Non appena la storia inizia a entrare nel vivo, diventa subito chiaro come Alice in Borderland – insieme ad altri titoli – prenda spunti dal più noto School Rumble, del 2002, che fece a suo modo “scuola” (perdonate il gioco di parole). La violenza e la crudezza esplicita presenti nelle scene di azione a suo tempo portarono a una sorta di censura, soprattutto al di fuori del Giappone e qui in Italia, ma vent’anni dopo i tempi sono cambiati e questo genere di storie fa parte di un intrattenimento ormai collaudato.
Il ritmo narrativo creato dall’autore Haro Aso è davvero avvincente e tiene incollato il lettore capitolo dopo capitolo senza mai stancare, una gestione di tempi e archi narrativi perfettamente utilizzata anche nella serie Netflix, se qualcuno volesse approcciarsi al prodotto anche dal punto di vista del “live action”.
Anche il tratto del disegno è molto dettagliato sia dal punto di vista dei personaggi che dei fondali (ormai spesso realizzati con l’ausilio di software di design, si veda gli ultimi lavori di Ken Akamatsu) e permette di apprezzare e di immergersi a fondo nelle scene.
L’aspetto del “gioco” è altresì molto curato con regole precise e coerenti e un’evoluzione delle situazioni che porta il lettore a immedesimarsi nei protagonisti nel risolvere gli enigmi.
La caratterizzazione dei personaggi è un altro punto di forza della versione manga che viene approfondita grazie a flashback e a introspezioni che nella versione animata e televisiva è stata invece messa da parte a discapito dell’azione.
L’unico punto di debolezza forse riscontrato nel manga, ma in realtà è un limite comune a questa tipologia di storie, è la gestione della violenza e della crudezza che spesso rischia di perdere un giusto equilibrio e finisce per risultare un eccesso fine a sé stessa invece di un elemento a servizio della storia.
L’edizione proposta da JPop è di alto livello, già il primo volume viene proposto con due possibili cover differenti per la gioia dei collezionisti, ed è realizzata con ottimi standard qualitativi. Il prezzo per volume è di 12,00€ ma bisogna precisare che sono doppi: ciascun volume contiene 2 takobon originali per un totale di 9 volumetti in tutto.
La fama di Alice In Borderland ha permesso, oltre alla trasposizione animata e live, anche alcuni spin-off come “Alice in Border Road” e “Daiya no King” e il suo sequel con alcuni personaggi della serie originale iniziato nel 2020 e che, in Italia, sarà anch’esso proposto dalla JPop nel corso dell’anno.
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