My Hero Academia
19 novembre 2018
Sono diversi anni che, seppur di toccata e fuga, non manco l’appuntamento annuale con il Lucca Comics per vedere le ultime novità del momento. Quest’anno in realtà sono andato per un’altra delle mie passioni di sempre, i Librigame, che stanno vivendo una seconda giovinezza ma non ho potuto fare a meno di notare tra i titoli anime di punta My Hero Academia. Si tratta di un classico shonen di combattimenti che segue un po’ il filone già proposto dai più storici Dragonball, Naruto, e Bleach con stili e ambientazioni più contemporanei.La recensione dell’Accademia degli eroi, lo shonen del momento da poco sbarcato anche sulla televisione italiana per le reti Mediaset.
La storia ha luogo in un mondo in cui il genere umano, grazie a una mutazione genetica, ha ottenuto la capacità di sviluppare dei superpoteri chiamati Quirk posseduti quasi dalla totalità della popolazione. Nella società si crea una nuova tipologia di persone denominata Hero che utilizzano i propri Quirk per difendere la giustizia da criminali, detti Villain, che sfruttano invece i poteri a scopi malvagi. Izuku Midoriya è uno studente delle medie che pur facendo parte della rara cerchia di esseri umani senza potere, vuole a tutti i costi seguire le gesta di All Might, l’Hero più famoso e potente mai esistito e considerato globalmente il simbolo della pace. Un giorno, in seguito a un incidente avvenuto ad opera di un Villain, All Might nota il coraggio di Izuku che pur non avendo poteri decide di rischiare la propria vita per salvare l’amico Bakugo. Decide così di donargli il suo Quirk e di diventare suo mentore: Izuku potrà così iscriversi al Liceo Yuuei la più rinomata scuola per supereroi.
My Hero Academia è l’opera di maggior successo del giovane mangaka Kohei Horikoshi. Il tratto di Horikoshi ricorda molto lo stile dei Comics americani con i tratti molto decisi e le figure ben marcate, quasi si trattasse più di un animebook che di un manga.
Risulta evidente la sua passione dichiarata per Naruto, One Piece e i Supereroi Marvel.
La trama è in apparenza banale e inizia in modo molto classico con tutti i clichè soliti del genere: la debolezza del protagonista, l’addestramento, la scuola, gli esami. Grazie all’aggiunta di sottotrame e l’arrivo degli antagonisti la storia raggiunge un buon livello di azione capace di incollare lo spettatore agli eventi.
Risulta interessante questa visione dei Supereroi da parte dell’autore che pur nello stile più americano presentano delle caratteristiche tipicamente giapponesi. Come già detto è palese il richiamo alla Marvel ma ho trovato anche elementi della letteratura: la suddivisione Hero/Villan ricorda molto quella degli Ace/Joker presente nella serie di romanzi fantascientifici di George Martin (conosciuto a livello globale per Game Of Thrones), Wild Cards.
La serie manga è iniziata in Giappone nel 2014 con l’anime prodotto a partire dal 2016 dallo Studio Bones che a oggi conta di tre stagioni finite e una quarta annunciata.
In Italia My Hero Academia è arrivato con un paio d’anni di ritardo con la pubblicazione del manga da parte di Star Comics. L’anime è stato proposto sottotitolato da parte di VVVID e in seguito doppiato e trasmesso sulle reti Mediaset a partire da Settembre 2018 con la pubblicazione in DVD e B-Ray da parte di DynIt presentata a Lucca 2018.
Non so se My Hero Academia riuscirà ad avere la stessa fama dei suoi predecessori, ma il successo sinora è stato importante e chi è appassionato del genere di combattimenti troverà di certo un prodotto godibile e divertente.
In chiusura non può mancare anche da parte mia una dedica Stan Lee, deceduto pochi giorni fa e creatore delle più grandi serie di fumetti americani che hanno influenzato tanti autori di tutto il mondo. Speriamo che la sua eredità venga portata avanti da giovani e promettenti artisti con lo stesso zelo che Stan ha sempre tramesso in tutti i suoi lavori.
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